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Acido Acetilsalicilico (Aspirina®) o Paracetamolo (Tachipirina®)?

Acido Acetilsalicilico (Aspirina®) o Paracetamolo (Tachipirina®)?

Un’altra domanda che spesso viene posta al Farmacista è: Quale principio attivo è più efficace tra l’ acido Acetilsalicilico (Aspirina®) e il Paracetamolo (Tachipirina®)? Quale è meglio utilizzare in caso di influenza? Ovviamente anche in questo caso è necessario individuare la problematica per poter definire quello più corretto. Andiamo a vedere in dettaglio.

 

L’acido Acetilsalicilico (Aspirina®):

appartiene alla categoria dei Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei (FANS) della famiglia dei Salicilati. Il farmaco è dotato di proprietà analgesica, antinfiammatoria e antipiretica, dunque trova impiego come analgesico per dolori lievi, come antipiretico (per ridurre lo stato febbrile) e come antinfiammatorio. Ha inoltre un effetto anticoagulante e fluidificante sul sangue, per tale motivo il suo uso a basse dosi aiuta a prevenire a lungo termine gli attacchi cardiaci, in quanto blocca irreversibilmente la formazione del Trombossano A2 nelle piastrine, con un conseguente effetto inibitorio sull’aggregazione delle piastrine, che si traduce in una fluidificazione del sangue. Questa proprietà la rende utile per ridurre l’incidenza degli infarti. Farmaci prodotti a questo scopo sono solitamente confezionati in compresse da 100mg di principio attivo e forti dosi sono spesso prescritte immediatamente dopo attacchi cardiaci acuti.

 

Il Paracetamolo (Tachipirina®/Efferalgan®):

è un farmaco ad azione analgesica e antipiretica. Non è dotato di attività antinfiammatoria, ma è dotato di una spiccata attività analgesica che lo rende utile nel trattamento di molti disturbi artritici e muscolo-scheletrici

In questo articolo cercheremo di dare una linea guida utile per l’uso di questi farmaci durante la sindrome influenzale e soprattutto quali sono le differenze tra i suddetti farmaci.

Come premesso all’inizio del nostro articolo Acido Acetilsalicilico (Aspirina®) o Paracetamolo (Tachipirina®) sono tra i farmaci più utilizzati in caso di sindrome influenzale.

In caso di sola febbre associata a dolori muscolari è preferibile adoperare il Paracetamolo che presenta un livello di sicurezza maggiore ma in caso di febbre associata ad infiammazione è preferibile utilizzare l’Acido Acetilsalicilico in quanto produce un effetto mirato sui diversi sintomi. 

 

E’ necessaria la prescrizione del medico?

Entrambe le specialità medicinali, dosaggio massimo 500 mg,  sono acquistabili senza prescrizione del medico.  Tale dosaggio di 500 mg sia per il Paracetamolo che per l’Acido Acetilsalicilico risulta essere indicato per una persona Adulta. A tal proposito vi consigliamo la lettura dell’articolo Tachipirina® 500 o 1000 in cui mettiamo in risalto l’importanza della Tachipirina® 500 nel trattamento degli stati febbrili in quanto il dosaggio più alto da 1000 può causare abbassamenti repentini della temperatura corporea e successivi innalzamenti altrettanto rapidi quando la dose di farmaco presente nel sangue cala. Tali notevoli sbalzi, infatti, sono sgradevoli e diminuiscono l’efficacia della febbre nel controllo delle infezioni virali. E in più con il dosaggio da 500 mg sono naturalmente minori i rischi di sovradosaggio e quindi di tossicità epatica.

 

Qual è la dose di farmaco da assumere e come assumerla?

Acido Acetilsalicilico (Aspirina®) deve essere assunta a stomaco pieno con una adeguata quantità di liquidi.  Assumere 1 compressa (500 mg) ripetendo la dose, se necessari, dopo almeno 4-6 ore. Per il Paracetamolo (Tachipirina®), invece, potrebbe essere somministrato a stomaco vuoto in quanto non causa problemi perché:
  • Non è un acido, quindi non ha azione gastrolesiva diretta quando arriva nello stomaco;
  • il meccanismo di azione è diverso dagli antinfiammatori e non manifesta quindi nemmeno azione gastrolesiva indiretta.

In soggetti a rischio o in caso di effetti collaterali gastrointestinali (nausea, bruciore di stomaco, …) la somministrazione a stomaco pieno potrebbe comunque risultare preferibile. Assumere 1 compressa (500mg) fino a massimo 4 – 6 volte al giorno, in modo da non superare il dosaggio finale massimo di 3 grammi al giorno di paracetamolo.

 

Possono essere preferite delle associazioni in caso di Raffreddamento?

Si, per entrambi i principi attivi sono previste in commercio delle specialità medicinali che prevedono l’associazione con Acido Ascorbico (Vitamina C) come [Aspirina C®/ Vivin C®: Acido Acetilsalicilico + Acido Ascorbico] e con acido Ascorbico e Fenilefrina [come Tachifludec®:Paracetamolo+Acido Ascorbico+Fenilefrina] o Clorfenamina Maleato [come Zerinolflu®] e così via in grado di alleviare i sintomi del raffreddamento.

 

Quali sono gli effetti collaterali?

I salicilati possono provocare dolore epigastrico, nausea e vomito. Se assunti per lunghi periodi senza gastroprotezione, possono causare anche ulcere gastriche ed un peggioramento della patologia gastrica preesistente, fino ad emorragia gastrointestinale e gastriti erosive.

L’altra indicazione importante è a livello del sangue: L’Aspirina® prolunga il tempo di sanguinamento e per questo motivo è controindicata nei pazienti con danno epatico grave, deficit di vitamina K, gravi problemi di coagulazione, poiché andando ad inibire l'emostasi piastrinica può provocare emorragia. Per quanto riguarda il Paracetamolo il danno può riguardare principalmente il fegato. Infatti l’intossicazione da Paracetamolo, sia accidentale che intenzionale, è frequente. Il paracetamolo viene metabolizzato principalmente a livello epatico. Uno dei suoi metaboliti citotossici viene inattivato dalla coniugazione col glutatione.

In caso di overdose le riserve di glutatione si esauriscono e ciò porta ad un accumulo del metabolita citotossico. I sintomi dell’avvelenamento da paracetamolo, come nausea e vomito, a volte accompagnati da letargia ed eccessiva sudorazione, si manifestano di solito entro 24 ore dall’assunzione dello stesso. Il dolore sottocostale localizzato a destra e l’ittero sono segni di danno epatico.

Il sovradosaggio da paracetamolo rappresenta, dunque, un’emergenza medica che può portare nel 10-20% dei casi a morte per insufficienza epatica e che richiede una diagnosi precoce ed un rapido trattamento per migliorarne la prognosi. Una possibile modalità di trattamento è costituita dall’uso dell’N-acetilcisteina (NAC), composto in grado di detossificare il fegato e di proteggere anche dal danno extraepatico attraverso le sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.

 

Possono essere assunti dai bambini?

L’acido Acetilsalicilico (aspirina) non è più usata nei bambini e negli adolescenti, perché causa di aumento del rischio di sviluppo della sindrome di Reye, al suo posto vengono usati il paracetamolo o i FANS non salicilati, come l’ibuprofene (Nurofen®, Antalfebal®, MomentKid®, …)  a dosaggio specifico in funzione dell’età. A tal proposito vi rimandiamo all’articolo (Paracetamolo) Tachipirina® o (ibuprofene) Nurofen per il trattamento dei sintomi influenzali nel bambino.

 

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