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Ripiegato con cura dentro ogni confezione farmaceutica, il foglietto illustrativo, ironicamente chiamato “bugiardino”, è un documento ufficiale che informa al paziente tutto ciò che occorre sapere prima di iniziare una cura.
Ecco come l'Accademia della Crusca ha spiegato da dove è nato questo curioso nome: non c'è dubbio che questo nome voglia puntare l'attenzione sulle prerogative di queste particolari istruzioni per l'uso che, soprattutto negli anni di boom della farmacologia, tendevano a sorvolare su difetti ed effetti indesiderati del farmaco per esaltarne i pregi e l'efficacia.
Non erano quindi vere e proprie bugie quelle che vi si potevano leggere, ma nell'insieme il foglietto risultava un bugiardino che diceva piccole bugie o, meglio, ometteva informazioni importanti ma che potevano essere compromettenti per il prodotto.
Il difetto principale è che spesso sono incomprensibili ai più, perché molto tecnici e troppo densi di informazioni in così poco spazio. Quindi, l'omissione di informazioni causata dalla poca qualità e quantità continua a giustificare l'appellativo di bugiardino.
Negli anni, grazie all'imposizione di regole più rigide e a una sempre crescente attenzione da parte dei consumatori, il bugiardino si è arricchito di notizie importanti riguardanti i farmaci.
L’Agenzia europea del farmaco (EMEA) ha introdotto l’obbligo di condurre test di leggibilità: gruppi mirati di pazienti devono dire quanto il bugiardino sia leggibile, chiaro e di facile impiego, proprio perché il foglietto illustrativo è destinato al paziente e deve quindi descrivere, in un linguaggio chiaro e facilmente comprensibile, tutte le informazioni.
Le informazioni riportate nel foglietto illustrativo sono suddivise in sei paragrafi:
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