Molti non sanno che per creare un vaccino bisogna seguire un iter preciso e che nonostante l’emergenza, in cui si cerca in tutti i modi di accorciare quanto più possibile i tempi, alcune fasi sono fondamentali.
In primis bisogna conoscere a fondo il microrganismo che vogliamo combattere e bisogna sapere come questo interagisce con l’organismo umano.
Una volta definito questo aspetto, il potenziale vaccino viene sottoposto alla sperimentazione pre-clinica che include studi in vitro e su modelli animali attraverso i quali si definiscono:
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il meccanismo d'azione (cioè la capacità di indurre la risposta immunitaria),
- il profilo tossicologico
- le prime evidenze di efficacia e sicurezza su un organismo vivente complesso.
Dopo questa prima fase, il vaccino entra nel percorso di sperimentazione clinica che può realizzarsi in quattro fasi: le prime tre precedono l’autorizzazione all’immissione in commercio e la quarta viene condotta quando il vaccino è già disponibile sul mercato.
Le due fasi si susseguono e affinché il vaccino possa essere messo a disposizione della popolazione bisogna attendere un lasso di tempo che va da uno a dieci anni.
COME AGISCE UN VACCINO?
I vaccini agiscono andando a indurre la risposta immunitaria del paziente senza innescare i meccanismi che sono alla base dei segni e dei sintomi della malattia naturale. Dunque, l’organismo sarà preparato e saprà rispondere alla presenza dei microrganismi in maniera efficacie evitando la comparsa degli effetti nocivi.
Le cellule coinvolte nell’immunità acquisita sono quelle ad azione fagocitaria (macrofagi, cellule dendritiche) e dai linfociti che si distinguono in:
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Linfociti di tipo B che sono in grado di produrre gli anticorpi (immunità umorale)
- Linfociti T che sono in grado di intervenire direttamente o indirettamente sulle cellule infettate (immunità cellulo-mediata).
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