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Gastroprotettori: cosa sono e qual è il loro utilizzo?

Gastroprotettori: cosa sono e qual è il loro utilizzo?

I gastroprotettori spesso vengono utilizzati con troppa facilità anche quando non sono davvero necessari, perché nell’immaginario comune assumerli è un “qualcosa” che fa bene, forse è proprio il loro nome che trae in inganno! 

Purtroppo troppi sono gli effetti collaterali e molti sono gli usi impropri, quindi cercheremo di fare chiarezza per un uso consapevole di questa categoria di farmaci. 

Cosa sono i gastroprotettori?

Gli inibitori di pompa, chiamati in gergo “gastroprotettori” (omeprazolopantoprazoloesomeprazololansoprazolo),  sono farmaci che agiscono  diminuendo dell’80-95%  la normale produzione dell’acido gastrico. L’acido gastrico è indispensabile per il processo digestivo, la sua funzione è quella di degradare proteine, lipidi e carboidrati oltre che determinare il primo processo di sterilizzazione del cibo. Per cui è assurdo bloccare l’acido gastrico con un inibitore di pompa per un periodo di tempo prolungato pensare che questo non abbia degli effetti collaterali. 

Qual è l'utilizzo dei gastroprotettori? 

I gastroprotettori mirano alla protezione dello stomaco da eventuali danni causati da condizioni patologiche come l’eradicazione da Helicobacter pylori, gastrite, reflusso gastroesofageo e dall’utilizzo di farmaci gastrolesivi - tantissimi anziani e non solo, ogni giorno per il trattamento di differenti patologie, assumono 8-10 tipologie di farmaci durante il corso della giornata. 

In queste condizioni si viene a creare un eccesso di acidità dei succhi gastrici, che può portare a problematiche come dolore, pirosi gastrica, reflusso gastro–esofageo, rigurgito o vomito, fino a patologie più gravi come l'ulcera gastrica. Il vantaggio dei gastroprotettori è che il loro meccanismo d’azione si esplica per una durata molto lunga e la loro efficacia è in grado di arrivare fino alle 24 ore. 

L’utilizzo di farmaci potenzialmente gastrolesivi può richiedere la somministrazione di un gastroprotettore per limitare gli effetti negativi sullo stomaco. In particolare i farmaci appartenente alla categoria dei FANS inibiscono le prostaglandine, enzimi che proteggono la mucosa gastrica, favorendo l’insorgenza di processi infiammatori a carico della mucosa gastrica fino a provocare vere e proprie ulcere. La co-somministrazione con gastroprotettori però ne è raccomandata solo ai soggetti a rischio (età avanzata, storia di ulcera pregressa) e non come profilassi di routine.

Per il reflusso gastro-esofageo, gli inibitori di pompa protonica sono indicati come terapia di scelta in quanto sono efficaci nel contrastare la risalita di acidi nell’esofago. Sintomi caratterizzante il reflusso sono proprio il bruciore che dallo stomaco si irradia verso l’alto e il rigurgito acido. La posologia consigliata è quella di un’unica assunzione al giorno, a digiuno, per una durata massima di 2 settimane. Pertanto l’utilizzo nel reflusso gastroesofageo può essere di ausilio solo in una fase iniziale fino a quando non individuiamo le cause e intraprendiamo un percorso naturale di riequilibrio. 

Ma perché sono “pericolosi”? (Effetti collaterali)

Nonostante siano considerati dei farmaci sicurisono da assumere solo quando davvero non ne possiamo fare a meno e per il tempo minore possibile. Assunti per periodi prolungati e in maniera continuativa alla loro sospensione è possibile, infatti aspettarsi un “effetto rebound, ovvero un eccesso della produzione di acido cloridrico per alcuni giorni, motivo per cui è importante evitare di sospenderli da un giorno all’altro ma in maniera graduale. 

Inoltre ciò che viene sottovalutato è che utilizzando un gastroprotettore lo stomaco smette di diventare acido, passando dal pH giusto per la digestione (anche 1,5-2) a un pH pressoché neutro (7).Gli effetti collaterali sgraditi di questi composti chimici sono diversi, e vanno dall’induzione di carenza di vitamina B12 fino alla poliposi intestinale (stimolata dalla maggior secrezione di gastrina con cui il corpo cerca di rispondere al blocco farmacologico), ma il problema maggiore derivante dall’uso di questa classe di farmaci è la risposta allergico-infiammatoria conseguente alla loro potente azione di alterazione del transito intestinale.

Un pH neutro nello stomaco impedisce infatti la naturale sterilizzazione dei cibi che ingeriamo e quindi batteri e virus che normalmente venivano uccisi dal pH acido dello stomaco, sotto farmaco passano tranquillamente nell’intestino provocando una reazione infiammatoria e allergica molto intensa. Anche la digestione viene fortemente rallentata dai “gastroprotettori” in quanto alcuni enzimi gastrici come il pepsinogeno hanno bisogno dell’ambiente acido per attivarsi (nel caso del pepsinogeno, diventare pepsina) e di conseguenza questo richiederà un maggior lavoro delle proteasi pancreatiche. 

Quali sono i gastroprotettori e cosa differisce tra quelli in commercio? 

L’omeoprazolo, disponibile in commercio da 20 e 40 mg è il capostipite della categoria ed è il miglior gastroprotettore nella terapia per l’eradicazione dell’Helicobacter Pylori (OMEPRAZEN). L’ esomeprazolo rispetto agli altri gastroprotettori, agisce più rapidamente risultando più efficace (NEXIUM* e LUCEN). Il lansoprazolo ha un’efficacia superiore rispetto ad altri IPP nel trattamento del reflusso gastroesofageo (LANSOX). Il pantoprazolo è efficace almeno quanto l’omeprazolo nel trattamento della gastrite, mentre risulta migliore dell’omeprazolo in termini di efficacia nella terapia dell’ulcera duodenale (PANTORC,  IL PANTOPAN, BUSCOPAN REFLUSSO* e SEDIPANTO* pantoprazolo 20mg). 

Sono tutti da assumere preferibilmente al mattino a digiuno (almeno un'ora prima dei pasti, è preferibile 2 ore  prima del pasto) e sono medicinali soggetti a prescrizione medica ad eccezione del NEXIUM (esomeprazolo 20 mg), BUSCOPAN REFLUSSO e SEDIPANTO (pantoprazolo 20 mg). 

 

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