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Ipersensibilità al Nichel: cos’è e come trattarla

Ipersensibilità al Nichel: cos'è e come trattarla

L’allergia al nichel è una reazione di ipersensibilità di tipo IV, anche nota come ritardata. A seconda dei sintomi essa può essere una dermatiti da contatto oppure una sindrome sistemica da allergia al nichel.

L’allergia al nichel è una reazione di ipersensibilità di tipo IV, anche nota come ritardata. A seconda dei sintomi essa può essere una dermatite da contatto, ovvero una reazione caratterizzata dalla formazione di un eczema cutaneo a livello del punto di contatto con l’antigene, nel nostro caso, il nichel, oppure una sindrome sistemica da allergia al nichel, dovuta all'assunzione orale della sostanza.

Il contatto con l’antigene scatena una serie di eventi a cascata che portano all’attivazione di intermediari responsabili dell’infiammazione e del danno tissutale. Prima che ciò avvenga vi è la cosiddetta fase di sensibilizzazione, in cui il nostro sistema immunitario, al primo contatto con il nichel, lo identifica come elemento nocivo e pone le basi per difendersi alle successive esposizioni. E’ in questa fase che, coniugandosi ad alcune proteine presenti a livello cutaneo o, nel caso di allergia sistemica da ingestione di alimenti, a livello intestinale, il nichel forma il complesso antigenico responsabile della reazione allergica.

Il contatto con il nichel è molto comune, basti pensare che è presente in tantissimi oggetti di uso comune, dagli orecchini, ai bracciali, alle chiavi, ai bottoni, alle monete, agli orologi e così via.

Particolare attenzione va dedicata al processo di foratura del lobo auricolare o all’applicazione di piercing poiché potrebbero essere utilizzati materiali non idonei che, appunto, contengono tracce di nichel. In tal senso consigliamo di recarsi in parafarmacie/farmacie che praticano la foratura con metodi nichel-free; nei nostri punti vendita, ad esempio, utilizziamo tecnologie biocompatibili e nichel-free, conformi alla Direttiva Europea 2004/96/CE, con applicativi in acciaio chirurgico, Titanio, Oro18Kt, Steralloy® e Niobio.

I Sintomi dell'ipersensibilità al nichel

Come precedentemente accennato l’allergia al nichel si manifesta in due modalità: dermatite allergica da contatto (DAC) e sindrome da allergia sistemica al nichel (SNAS).

Nel primo caso, più comune e ricorrente, si assiste solitamente entro 48/72 ore dall’esposizione a livello cutaneo alla formazione di una dermatite caratterizzata da arrossamento, gonfiore, prurito e, nei casi peggiori, formazione di squame e vescicole. La manifestazione del sintomo è generalmente circoscritta all’area interessata, tuttavia è comunque possibile osservare la comparsa di analoghe reazioni cutanee, solitamente in aree precedentemente in contatto col nichel. Tali sintomi possono arrivare a durare fino a 20-25 giorni e, in caso di ripetute e continue sollecitazioni nel lungo periodo, possono evolvere ad ulcerazioni e ferite. 

Bisogna dunque prestare la dovuta attenzione all’igiene e alla disinfezione delle ferite per evitare un’eventuale sovrainfezione batterica. 
 

Nel caso della sindrome allergica sistemica al nichel (SNAS),in cui il contatto col metallo avviene per ingestione di alimenti, i sintomi sono sia cutanei che extra-cutanei. I sintomi cutanei sono analoghi a quelli visti per la DAC. Quelli extra-cutanei si manifestano invece a diversi livelli: anche in questo caso la cute risulta interessata da prurito ed eczema generalizzato, si osservano inoltre sintomi gastrointestinali come stitichezza, nausea, vomito, crampi addominali, gonfiore, diarrea e bruciore di stomaco (pirosi), sintomi respiratori quali rinite e asma (generalmente dovute ad esposizione professionale), sintomi neurologici come mal di testa e vertigini, e altri generali tra cui febbre, stanchezza, insonnia, dolori articolari e muscolari. 

Terapie per l'ipersensibilità al Nichel

Vademecum Alimentare 

Le persone allergiche al nichel dovrebbero evitare gli alimenti che hanno un’alta percentuale di Nichel per non incorrere nei su citati disturbi gastrointestinali, respiratori, neurologici e generali, nonché cutanei. 

Di seguito vengono indicati gli alimenti da evitare nella dieta per allergia al nichel: 

Alimenti da evitare (contenuto di nichel alto) 

Si consiglia innanzitutto il divieto di consumare qualunque cibo in scatola. 

Gli alimenti più poveri di nichel sono le carni ed il latte. Le verdure a foglia verde sono gli alimenti a più alto contenuto (150-300 µg per 100 g di alimento) seguiti dalla frutta, tuberi e grano (15-35 µg/100g).  
Farine: farine integrali, farina di mais, farina d’avena, farina di ceci e farina di soia. 

Pane e cereali: cereali integrali, avena, miglio, grano saraceno, pane integrale, pane con farine particolari, pane con semi, pane con cereali, crusca di grano e derivati, cereali di riso soffiato, cereali di crusca di frumento con uvetta e muesli. 

Carne e pesce: crostacei, frutti di mare, tonno, sgombro, bottarga, salmone, aringhe, ostriche. 

Latte e derivati: formaggi fusi, formaggini, yogurt al malto e cereali, panna montata. 

Verdura e ortaggi: lattuga, spinaci, broccoli, asparagi, cavoli, cavolfiore, patata, carote, cipolle, zucca, funghi, porri e pomodori (NB: la salsa di pomodoro contiene molto nichel, tuttavia il pomodoro fresco, in quantità inferiori a 100 g, può essere consumato). 

Legumi: lenticchie, soia, fagioli e piselli. 

Frutta fresca e secca: avocado, noce di cocco, albicocche secche, pere, fichi, pesche, kiwi, prugne, uvetta secca, fichi secchi, ananas, lamponi e frutti di bosco in genere, noci, nocciole, noccioline, mandorle, arachidi, pistacchi e semi di girasole (in generale tutta la frutta secca).  

Condimenti: oli vegetali misti, olio di arachidi, olio di soia, olio di semi e grassi vegetali idrogenati (verifica anche le etichette dei preparati dolciari), in quanto nei normali processi di idrogenazione viene utilizzato il nichel come catalizzatore.  

Bevande: vino, birra, the (soprattutto quello verde), caffè (massimo consentito 1-2 tazzine al giorno). 

Altro: rabarbaro, liquirizia, cacao e cioccolata, marzapane, margarina, lievito in polvere, burro di arachidi e patatine fritte    

Nella dieta per allergia al nichel si ribadisce che bisogna evitare qualsiasi cibo in scatola, specialmente se si tratta di alimenti acidi (limoni, pomodori, aceto, ecc.) poiché questi incrementano il rilascio di nichel dal contenitore.  

In cucina non vanno impiegati utensili nichelati e non va utilizzata, ne per berla ne per cucinare, la prima acqua che esce dal rubinetto al mattino, poiché durante la notte il nichel potrebbe essere rilasciato dal rubinetto. 

Altre Terapie 

La terapia farmacologica per il trattamento dell’ipersensibilità al nichel ha azione sui sintomi e non sulla guarigione dell’individuo. Si agisce infatti andando ad alleviare i disturbi che colpiscono l’individuo. Nei casi più gravi e solo dopo il consulto con il proprio medico di fiducia, è possibile utilizzare creme a base di corticosteroidi (ad uso topico e ad azione antinfiammatoria) o, tramite somministrazione orale, antistaminici e corticosteroidi (in caso di reazioni allergiche gravi).  

Test per allergia al nichel 

E’ possibile diagnosticare la sensibilizzazione al nichel mediante il test della dermatite atopica da contatto (Patch-test), durante il quale il paziente è posto in contatto con l’allergene per 48/72 h mediante l’impiego di dischetti, contenenti la sostanza allergizzante e fissati sulla schiena con dei cerotti. Tuttavia un eventuale esito positivo del test indica semplicemente che si è soggetti a sensibilizzazione e non ad allergia.

Per attestare la patologia, il paziente trovato positivo al patch-test viene sottoposto ad una dieta a basso contenuto di nichel per una durata di più o meno 20 giorni, al cui termine si procede al test di provocazione orale, in cui si confrontano i sintomi provocati dalla somministrazione del placebo e dell'allergene.  

Diversamente si può operare con il prick test, il cui concetto è analogo al patch-test e prevede l’applicazione, sull’avambraccio o, nel caso di neonati, sul dorso, dell’allergene in forma di gocce. Fatto ciò, si esegue una piccolissima lesione sulla cute mediante l’utilizzo di ago sterile, si rimuove l’allergene e si attende per 15/20 minuti. Se al termine del test compare un ponfo, vorrà dire che il risultato del test è positivo. 

Un test più recente è invece il recaller che consiste in un piccolo auto-prelievo al polpastrello, che può essere eseguito autonomamente o mediante l’ausilio di farmacista/medico, seguito dall’invio del campione di sangue in laboratori specializzati.

Decisamente non in linea con quelli appena visti vi segnalo un metodo “fai da te” che mi sento di caldeggiare solo ad impiego “goliardico": utilizzando una moneta da 1 centesimo di euro, la si pone nella parte interna dell’avambraccio e bloccandola con un cerotto la si lascia lì per 48 ore. Se alla rimozione si manifesta uno sfogo o un ponfo, ci potrebbe essere una qualche probabilità che siate sensibili al nichel.  

 

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