Commenta qui sotto. Ti risponderemo il prima possibile!

Con il termine emorroidi ci riferiamo comunemente al disturbo già in corso. In realtà, le emorroidi sono una struttura anatomica fisiologicamente presente nel nostro corpo. Può succedere che, a causa della particolare conformazione della parte finale dell'intestino, di stili di vita scorretti o di una predisposizione genetica, siano soggette a incorrere in gonfiori e infiammazioni. Si ha a quel punto l'insorgenza della fastidiosa malattia emorroidaria.
Le emorroidi sono strutture nodulari, particolarmente sensibili al tatto, di colore rosso-violaceo. Sono composti da tessuto vascolare e tessuto connettivo, caratterizzati da un elevato contenuto di collagene e fibre elastiche. Sono mantenute ben salde alla parete interna del canale anale attraverso una serie di legamenti fibrosi.
A seconda della posizione, si definiscono emorroidi interne ed emorroidi esterne. Le emorroidi interne sono quelle che rimangono all'interno del canale anale, risultando dunque completamente invisibili. Si dicono, invece, esterne, quando sono posizionate in modo da fuoriuscire dall'apertura anale, e possono quindi essere viste a occhio nudo.
Hanno un'importante funzione a livello fisiologico. Si occupano, insieme allo sfintere anale, di controllare sia l'evacuazione che la continenza. Essendo così riccamente vascolarizzate e piene di sangue, infatti, hanno la capacità di gonfiarsi e sgonfiarsi all'occorrenza. Normalmente, in condizioni di riposo, le emorroidi si presentano più gonfie, riempiendosi di sangue. In questo modo contribuiscono a chiudere l'ano (costituiscono fino al 15-20% della pressione anale), trattenendo all'interno sia le feci che il gas. Al contrario, durante l'evacuazione si rilassano, favorendo lo svuotamento del canale anale.
Iniziano a creare fastidio quando vanno incontro a gonfiori e infiammazioni. La parete anale è costituita da tessuto molto lasso, che tende a cedere facilmente, provocando una dilatazione delle emorroidi stesse. Ne consegue l'avvio di un processo infiammatorio, che comporta tutte quelle fastidiose conseguenze che conosce bene chiunque abbia sofferto di emorroidi almeno una volta nella vita.
A diventare particolarmente fastidiose, sono, in prevalenza le emorroidi esterne. Quando diventano patologiche, le emorroidi vengono suddivise in 4 gradi di gravità:
Indipendentemente dallo stadio e dalla gravità della malattia, il dolore può essere persistente e intenso.
A peggiorare il quadro clinico, inoltre, possono intervenire le trombosi, complicanze acute molto frequenti, in grado di colpire sia le emorroidi interne che quelle esterne. La formazione del trombo (un coagulo di sangue) nella varice infiammata causa un rigonfiamento delle emorroidi, che può essere accompagnato da dolore e prurito intenso.
Qualora tali episodi dovessero diventare una costante, allora sarà necessario ricorrere ad un intervento chirurgico (emorroidectomia), impiegato anche per risolvere i casi più gravi (il quarto stadio della malattia, che in genere viene accompagnato da sanguinamento persistente ed eccessivo)
Dunque, quali sono i sintomi? Bruciore e dolore.
Hai bisogno di alcuni chiarimenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o scrivendo a info@chiediloalfarmacista.it
Vuoi ricevere gli articoli del nostro blog in anteprima direttamente sulla tua casella di posta elettronica? Clicca qui
"L'utilizzo smodato e inconsapevole dei motori di ricerca nel vano tentativo di automedicarsi può avere effetti indesiderati, anche gravi. Ascolta attentamente il tuo medico e il tuo farmacista, non è nocivo!"
Commenta qui sotto. Ti risponderemo il prima possibile!
Lascia un commento