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Proteggere la pelle dal sole: guida pratica a SPF, fototipi e indice UV

Proteggere la pelle dal sole: guida pratica a SPF, fototipi e indice UV

L’estate è alle porte e con essa arriva il desiderio di una tintarella perfetta. Ma quanto ne sappiamo davvero sulla protezione solare? Scegliere tra una crema SPF 30 o 50 non dovrebbe essere un dubbio, ma una scelta consapevole. In questo articolo ti spieghiamo come funziona la protezione solare, qual è la differenza tra SPF 30 e 50, cosa significa l’indice UV e come usarlo per proteggere la tua pelle in modo corretto.

Sole: tra benefici e rischi

L’esposizione ai raggi solari non è solo dannosa: la luce solare, infatti, ha effetti positivi importanti, tra cui:

  • Sintesi della vitamina D, fondamentale per la salute di ossa e denti;
  • Stimolazione dell’abbronzatura, il nostro meccanismo di difesa naturale;
  • Azione antibatterica: utile in alcune condizioni cutanee;
  • Aumento della sudorazione e eliminazione delle tossine;
  • Stimolazione della produzione di sostanze antiossidanti come l’acido urocanico;
  • Effetti benefici sull’umore, grazie all’aumento della serotonina e melatonina.

Tuttavia, una prolungata e non protetta esposizione ai raggi UV può avere effetti negativi importanti, come:

  • Scottature ed eritemi;
  • Produzione di radicali liberi, che danneggiano le cellule;
  • Fotoinvecchiamento: pelle spessa, rugosa, disidratata e discromica;
  • Tumori cutanei come il carcinoma e il melanoma;
  • Reazioni fotosensibili da farmaci o cosmetici.

Conoscere il proprio fototipo per proteggersi meglio

Non tutte le pelli reagiscono allo stesso modo al sole. Per questo motivo, è fondamentale conoscere il proprio fototipo, cioè la classificazione del tipo di pelle in base alla reazione alla radiazione UV.

Secondo la classificazione di Fitzpatrick, esistono 6 fototipi:

  1. Fototipo I – Pelle molto chiara, lentiggini, capelli rossi o biondi: si scotta sempre, non si abbronza mai.
  2. Fototipo II – Pelle chiara, occhi e capelli chiari: si scotta facilmente, si abbronza poco.
  3. Fototipo III – Pelle chiara/media, occhi scuri o chiari, capelli castani: si scotta moderatamente, si abbronza gradualmente.
  4. Fototipo IV – Pelle olivastra, occhi e capelli scuri: raramente si scotta, si abbronza facilmente.
  5. Fototipo V – Pelle scura: non si scotta quasi mai, si abbronza intensamente.
  6. Fototipo VI – Pelle nera: resistente al sole, non si scotta.

 

 

Scegli il filtro solare in base al tuo fototipo, un discorso a parte va fatto per bambini e neonati: per loro va scelta una crema solare specifica con un fattore di protezione molto alto, in quanto hanno una pelle molto sensibile. In ogni caso, i bimbi non devono essere esposti ai raggi solari nelle ore centrali della giornata né per molto tempo; durante l’esposizione, è consigliato anche l’utilizzo di cappellino e maglietta.

 SPF: cosa significa davvero?

SPF è l’acronimo di Sun Protection Factor, ovvero il fattore di protezione solare. Questo numero indica quanta parte dei raggi UVB viene bloccata dalla crema rispetto a una pelle non protetta.

Ecco una tabella utile per capire la differenza:

SPF Raggi UVB bloccati Raggi che passano
10 90% 1 su 10
15 93% 1 su 15
30 97% 1 su 30
50 98% 1 su 50
50+ fino al 99% meno di 1 su 50

Molti credono che SPF 50 protegga il doppio rispetto a SPF 30, ma la differenza è solo dell’1%. Tuttavia, per le pelli sensibili o chiare, anche quell’1% fa la differenza, soprattutto se si considera che nella pratica, quasi nessuno applica la quantità giusta di prodotto.

 

UVA, UVB, UVC: quali raggi dobbiamo temere?

Il sole emette tre tipi di raggi ultravioletti:

  • UVC: sono i più pericolosi, ma fortunatamente non raggiungono la Terra grazie allo strato di ozono.
  • UVB: colpiscono lo strato più superficiale della pelle, causano scottature, eritemi e sono coinvolti nello sviluppo dei tumori cutanei.
  • UVA: penetrano più in profondità, attraversano vetri e nuvole, causano invecchiamento precoce e alterazioni cellulari profonde.

Per questo, un buon solare deve proteggere da entrambi i raggi: UVB (SPF) e UVA (simbolo circolare UVA o PA+++).

Lo sai quanti danni creano i raggi solari?

·         UVA: danneggiano il DNA cellulare e provocano l’invecchiamento cutaneo;

·         UVB: causano dei danni immediati come scottature ed eritemi;

·         IR: sono responsabili della formazione dei radicali liberi, causano invecchiamento precoce della pelle.

Creme solari: cosa contengono?

Le formule moderne combinano filtri chimici e fisici:

  • Filtri chimici: assorbono i raggi UV trasformandoli in calore. Sono leggeri e invisibili, ma possono dare reazioni in soggetti sensibili.
  • Filtri fisici: riflettono i raggi come uno specchio (es. ossido di zinco, biossido di titanio). Sono più stabili ma lasciano spesso un residuo bianco.

Spesso troviamo anche ingredienti idratanti, antiossidanti (come vitamina E, niacinamide) e lenitivi (come aloe vera, bisabololo).

 

Indice UV: cos’è e perché controllarlo ogni giorno

L’indice UV misura la forza dei raggi ultravioletti in un determinato momento e luogo. È espresso con un numero da 0 a 15+.

L’indice UV è molto chiaro e spazia da 0 a 15 o 16: più è alto il valore, maggiore è il potenziale danno per la salute della pelle e degli occhi in un tempo più breve. Ai tropici, con sole allo zenit, l’indice UV raggiunge il valore 15 o 16, in Italia invece si ferma a 10. Durante la giornata l’indice UV cambia e raggiunge il picco durante le ore centrali della giornata. Quando il sole è più alto, infatti, i raggi compiono un percorso più breve dentro l’atmosfera, e per questo tra le 11 e le 13 arrivano dal 20 al 30 % degli UV.

 

L’indice UV cambia anche nell’arco delle stagioni e dipende dalle condizioni meteo. In Italia e, più in generale nelle regioni temperate, gli UV raggiungono la massima intensità in estate e la minima in inverno. Anche le condizioni meteo posso influire. Le nuvole possono infatti diminuire l’intensità dei raggi UV, con un calo che va dal 10% in presenza di velature al 70% con cielo coperto.

 

I raggi UV sono molto più pericolosi in montagna che al mare. La radiazione ultravioletta aumenta con l’altitudine. In una settimana trascorsa a 2000 metri di quota a luglio si riceve una quantità di UV simile a quella che si assorbe durante 3 mesi di mare. Anche durante l’inverno i raggi UV sono più “forti” in montagna: nel trimestre invernale si riducono di 8 volte in montagna e di 16 volte in pianura. Inoltre, bisogna contare gli UV riflessi: al mare la sabbia riflette circa il 25% dei raggi UVB, mentre la neve in montagna ne riflette circa l’80%.

 

  • 0-2: rischio minimo → Protezione minima necessaria
  • 3-5: rischio moderato → Occhiali da sole, cappello, SPF consigliato
  • 6-7: rischio alto → Evitare l’esposizione prolungata nelle ore centrali
  • 8-10: rischio molto alto → Massima protezione, SPF 50+
  • 11+: rischio estremo → Evitare l’esposizione diretta al sole

L’indice UV varia durante il giorno (massimo tra le 11:00 e le 15:00) e dipende da:

  • Altitudine (più si sale, più è alto)
  • Riflessi: neve (80%), sabbia (25%), acqua (15%)
  • Copertura nuvolosa: può attenuare i raggi dal 10 al 70%

 

Quanto e ogni quanto applicare la crema solare?

Nei test di laboratorio si usano 2 mg/cm² di pelle. Tradotto nella pratica, un adulto dovrebbe applicare:

  • Circa 30-36 grammi per tutto il corpo (6 cucchiaini colmi);
  • Riapplicare ogni 2 ore, soprattutto dopo il bagno, sudorazione o sfregamento con asciugamani.
  • Non dimenticare le zone più esposte: orecchie, collo, dorso dei piedi, cuoio capelluto.

Una confezione da 200 ml basta per circa 6 applicazioni complete. Se dura tutta l’estate… non l’hai usata abbastanza!

Infine, bisogna ricordarsi di proteggere anche le labbra e i capelli. Per le labbra applicare un burro cacao specifico per il sole; per evitare che i capelli si indeboliscono e si rovinano con l’esposizione al sole e salsedine, occorre proteggerli con un prodotto solare specifico, ad esempio maschere o oli protettivi per capello.

 

Sfatiamo un mito: la protezione alta non impedisce l’abbronzatura.

Molti credono che usare una crema SPF 50 significhi non abbronzarsi. Falso! L’abbronzatura arriva comunque, solo in modo più graduale, sano e duraturo. Inoltre, previene eritemi e macchie solari.

 

Ecco 5 consigli per una corretta esposizione al sole per un’abbronzatura sana:

1.      Applicare una crema solare ad ampio spettro: utilizzare una crema solare con un SPF di almeno 30, riapplicandola ogni due ore, o più spessi quando si suda o si nuota;

2.      Indossare indumenti protettivi: come cappelli a tesa lunga, occhiali da sole, abiti che coprano la pelle esposta;

3.      Cercare l’ombra: soprattutto nelle ore di punta, dalle 10:00 alle 16:00, quando i raggi UV sono più intensi;

4.      Idratarsi: bere molta acqua per evitare la disidratazione causata dal sole;

5.      Ascoltare il proprio corpo: se si avverte una sensazione di pizzicore o bruciore, è il momento di ripararsi dal sole.

 

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